L’eufonio
E’ anch’esso un grande flicorno basso, tipo il bass-tuba a tre chiavi, con un padiglione spalancato in avanti. Un tipo particolare di eufonio è il sousaphone, chiamato anche helicorn, da mettersi anch’esso a tracolla, con un enorme padiglione rivolto in avanti: fideato da un americano, è, per la sua spettacolarità, molto diffuso negli Stati Uniti, dove fa bella mostra di sé nelle faraoniche sfilate che quasi settimanalmente percorrono le grandi avenues. A Castagneto risultano aver suonato l’eufonio molti bandisti, spesso confusi con il basso (vedere) e con il trombone.
Vincenzo Marchi, detto “Bodda” (1848/1916), padre del più noto “Bodda” Alfredo, sindaco di Castagneto nel 1920, fu una figura a tutto tondo della filarmonica. L’eufonio era uno strumento che si metteva a tracolla, e quindi dominava dall’alto la filarmonica. Messo sulle spalle di “Bodda”, che era un gigante (mentre il padre Barlaam era chiamato Barlamino perché scarso di centimetri), faceva ancor maggiore effetto. Vincenzo e il Vanni furono gli autori della “chiassata” a Bolgheri di cui si parla in altra parte di questo libro.
Duilio Bezzini (1890/1943), il “Gallori”, più portato peraltro a vari flicorni ed in particolare al flicorno basso (bombardino), fu un musicante di alti meriti, che si esibì nell’eufonio dopo la morte di Vincenzo Marchi. Genero di Antonio Bonaguidi, definito un clarinetto insostituibile della filarmonica, Duilio fu padre di due musicisti di valore, Leo, tromba, emigrato poi a Genova, e Palmiro, accademista di Santa Cecilia, emigrato in Svezia, dove vive tuttora.