Doro Aquilini

Doro Aquilini

Doro Aquilini

L’Aquilini, di cui abbiamo già parlato come suonatore di flauto e accademista della G.I.L. negli anni immediatamente precedenti l’ultima guerra, divenne presidente dopo Giulio Morganti e l’interregno di Giuliani. Con lui fu introdotta la consuetudine che il consiglio fosse costituito da sei musicanti e cinque soci non musicanti. Comparvero così, fra i primi, Renzo Frediani, Walter Morganti, Angelo Carnesecchi, ldalio Cecchi, Carlo Spagnoli e Nevio Salvadori, mentre, fra i non bandisti troviamo ancora Mines Sarri come inossidabile segretario, Vilmo Viti cassiere (ma un anno dopo rassegnò le dimissioni), Vincenzo Marchi, Rodolfo Calvello e Ivo Fancelli, consiglieri. Fu questo un periodo di grande fulgore della Filarmonica. La banda, completa di majorettes e di drappelli, prese parte alle feste mascagnane a Livorno, e poi si esibì a Collesalvetti, Vecchiano, Saline di Volterra e all’isola d’Elba. Nel 1981 l’Aquilini, ribattezzato “Dorino” dal maestro Vannucchi, lasciò la banda e Castagneto, trasferendosi a Cecina.